Roma e l’Europa contro le disuguaglianze

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L’Associazione “La città futura” è un’associazione politica e culturale che vuole costruire un percorso unitario tra le persone, le associazioni e i partiti che si riconoscono nei valori di libertà, uguaglianza, fraternità, democrazia, rispetto dell’ambiente, che sono a fondamento dell’Unione europea, a partire da Roma, la città in cui abbiamo scelto di vivere.

Le analisi di molti economisti, anche sulla base degli studi di Thomas Piketty e Branko Milanovic, concordano sul fatto che, negli ultimi anni, le disuguaglianze economiche tra i diversi paesi nel mondo si sono ridotte, mentre sono aumentate le disuguaglianze all’interno dei singoli Stati e delle aree economiche regionali.

La recessione del 2008 ha comportato per l’Italia, in particolare, una sensibile diminuzione del PIL assoluto e procapite, un aggravamento delle disuguaglianze sociali e territoriali, un complessivo aumento dei livelli di povertà.

Le disuguaglianze territoriali non riguardano solo il rapporto tra il Nord e il Sud del Paese, ma anche quello tra le aree interne e le aree urbane.

Se si analizzano i dati di Roma relativi ai redditi dell’area metropolitana risulta evidente una frattura territoriale tra le zone interne (ad Est) e le zone centrali e costiere (ad Ovest), una frattura molto più importante di quella che di solito traspare nell’immaginario dei romani (tra il Nord e il Sud della Città).

I Municipi V e VI di Roma, per ricchezza, sono molto più simili ai Comuni dell’entroterra che agli altri Municipi della Città, con un reddito medio che è circa la metà di quello delle zone centrali.

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Le differenze di reddito, oltre al peso storico delle rendite immobiliari, sono spesso collegate alla diversa localizzazione dell’insediamento dei circa 400.000 stranieri che vivono a Roma. Il V e il VI sono i Municipi che negli ultimi anni a Roma hanno avuto una crescita maggiore della presenza di stranieri residenti.

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I due Municipi ad Est di Roma sono stati toccati in questi giorni da diversi episodi che sono al centro delle cronache romane: le proteste a Torre Maura per i trasferimenti dei Rom, i roghi tossici di Tor Sapienza, l’incendio alla libreria “la pecora elettrica”, l’inquinamento e lo stato di abbandono del Parco di Centocelle.

Ma il V e il VI sono anche tra i Municipi più popolosi della Città, in cui ci sono più giovani, che saranno interessati dall’entrata in funzione della nuova linea di metropolitana (la Metro C),  un’opera che non è stata realizzata nei tempi previsti (entro il 2011) e che deve essere ancora completata.

La struttura che ci ospita, il Fusolab, è gestita da diversi anni da un’Associazione di promozione sociale che cerca di dare una risposta quotidiana alle tante esigenze di chi vive nel quartiere Alessandrino e nel V Municipio.

Questi pochi dati e fatti mostrano in modo evidente le grandi disuguaglianze che ci sono a Roma e bastano a raffigurare le difficoltà di governo di una città che, per abitanti ed estensione territoriale, meriterebbe un assetto istituzionale più articolato e moderno, con funzioni, risorse e organizzazione dei poteri simili a quelli di altre capitali europee.

Se allarghiamo lo sguardo da Roma all’Italia e dall’Italia all’Europa ci rendiamo subito conto che l’Unione europea negli ultimi 15 anni ha fatto uno sforzo molto importante per l’allargamento ad Est ma resta grande la frattura tra il Nord e il Sud dell’Europa, se solo guardiamo i dati relativi al lavoro e alla disoccupazione.

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I dati economici, le divisioni sulle politiche migratorie e sui rapporti con l’Africa e il Medio Oriente, mostrano che in Europa manca una vera politica comune sul Mediterraneo.

Più in generale, negli anni passati caratterizzati da forti processi di globalizzazione economica, in un’ottica ordoliberale, l’Unione europea ha preferito accontentarsi dei risultati raggiunti sul piano del mercato unico e puntare sulle capacità dei suoi Stati membri di realizzare ristrutturazioni dei processi produttivi che li mettessero in grado di esportare di più nel mondo, anche attraverso una svalorizzazione del lavoro e la riduzione della spesa pubblica.

Confindustria – CGIL – CISL – UIL, di fronte all’evoluzione più recente dell’economia mondiale e al risorgere dei dazi, hanno elaborato per le elezioni del prossimo 26 maggio un appello unitario per l’Europa, in cui si chiede una maggiore integrazione e condivisione delle politiche economiche, il rilancio degli investimenti pubblici, una politica industriale europea e politiche di coesione sociale che migliorino le condizioni di vita e di lavoro di tutti i cittadini europei, per garantire una crescita sostenibile e inclusiva.

Sono proposte innovative e importanti che è auspicabile siano fatte proprie da chi si candida oggi al Parlamento europeo.

La sfida di una sovranità condivisa in Europa che metta a fattor comune il ruolo delle autonomie territoriali, degli Stati e dell’Unione europea per la lotta alle diseguaglianze sociali e territoriali è l’oggetto dell’incontro di Sabato 4 maggio 2019 in cui ci confronteremo con Roberto Gualtieri, oggi Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo.

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