Assemblea costitutiva dell’associazione “lacittafutura.eu”: Una proposta per Roma

Premessa

La città futura” è un’associazione politica e culturale che si pone l’obiettivo di costruire un percorso unitario tra le persone, le associazioni e i partiti che si riconoscono nei valori di libertà, uguaglianza, fraternità, democrazia, rispetto dell’ambiente, che sono a fondamento della costruzione europea.

Siamo un gruppo di persone che si è incontrato all’Università di Roma, coniugando lo studio e l’impegno politico. Abbiamo poi preso le nostre strade professionali e maturato diverse convinzioni, mantenendoci comunque in contatto, con la voglia e il bisogno di commentare e discutere fra noi i fatti salienti della politica.

Ci sono fatti nuovi che ci spingono oggi a tornare a impegnarci in prima persona, a partire da Roma.

Locandina_Lacittàfutura_20settembre2019

La nostra città è sempre più in declino, a causa dell’oggettivo fallimento delle esperienze di governo degli ultimi 10 anni, ma anche per l’oggettiva inadeguatezza dell’assetto istituzionale.

Manca a Roma una guida credibile della città, che sia in grado di mettere in moto la prospettiva di ricostruzione di un sistema di governo degno di una capitale della Repubblica. Si è rinunciato ad avviare la rivoluzione necessaria nell’amministrazione capitolina (e negli enti/società partecipati): una macchina burocratica elefantiaca in cui sono annidati i principali problemi di gestione della cosa pubblica.

Il fallimento di queste esperienze deriva dalla scelta di “personalizzazione” della politica e di disintermediazione del potere. In una città con la storia e le dimensioni di Roma, capitale della Repubblica e oggi anche Città metropolitana, il progressivo svuotamento dei partiti ha portato da una mancanza di guida e all’inerzia nel governo dell’amministrazione capitolina, che è stato riempito da una “privatizzazione” illegale della “res publica” finalizzata alla spartizione delle “rendita naturale che offre la città eterna”, come è stata evidenziato dalle commissioni prefettizie, da ANAC e dalle inchieste giudiziarie che hanno toccato la capitale.

 

Un’idea per Roma

La nostra associazione è consapevole che, come ha scritto Matilde Serao, “L’attitudine di Roma è in una virtù quasi divina: l’indifferenza.”

Il nome dell’associazione “lacittafutura.eu” deriva da questa consapevolezza. Come Gramsci, “odiamo gli indifferenti”, ma sappiamo che nella nostra città ci sono tante energie e intelligenze diffuse che possono contribuire al rilancio di Roma in una prospettiva moderna e capace di guardare al futuro.

A Roma esistono 44 università, diversi centri di ricerca pubblici e privati. Nella città costruita vi è la più grande concentrazione di storia e monumenti che esista nel mondo; allo stesso tempo attorno alla città costruita c’è la grande estensione dell’agro romano e nell’area metropolitana ci sono importanti insediamenti industriali che sono collegati con l’economia mondiale: dimensioni che vanno insieme tutelate, riqualificate e valorizzate.

Roma è naturalmente capitale mondiale, perché nel suo territorio ha sede il Vaticano, sede universale della Chiesa cattolica, e perché ospita una delle più grandi concentrazioni di istituzioni internazionali.

Nel 1871, Theodor Mommsen scriveva “a Roma non si sta senza propositi cosmopoliti”. Quintino Sella gli rispose che Roma doveva divenire “capitale della scienza” in cui si potesse sviluppare in modo originale il “genius loci” attraverso il “cozzo delle idee”.

A partire da questi punti di forza dovremo costruire una proposta, come ha più volte detto Tocci, per fare di Roma un “nodo delle reti mondiali della conoscenza”, che le consenta di giocare un ruolo importante in Italia e nel Mediterraneo, in Europa e nel mondo.

 

La questione amministrativa

A Roma oggi manca la politica, manca una visione moderna sulla metropoli e sulla capitale, capace di orientare in modo positivo le grandi energie della città, a partire da un riordino del sistema di governo, dall’amministrazione capitolina, ai municipi, alla città metropolitana, alle società controllate.

L’attuale struttura dell’amministrazione capitolina non riesce a rispondere ai bisogni della comunità. Il Comune di Roma è ormai troppo grande per occuparsi in modo puntuale dei mille problemi quotidiani che i cittadini romani vivono nei diversi municipi e, allo stesso tempo, è troppo piccolo per offrire un governo efficiente e funzionale alla più grande area metropolitana del Paese e alla capitale d’Italia, come già avviene per Berlino e Parigi.

Occorre offrire una nuova prospettiva che punti a costruire una “Grande Roma”, come istituzione locale per il governo integrato della capitale e dell’area metropolitana, trasformando gli attuali Municipi in veri Comuni metropolitani.

Questa prospettiva potrebbe essere avviata anche a legislazione vigente, se le forze politiche che oggi sono al governo o all’opposizione nell’amministrazione del Roma capitale e della Città metropolitana fossero consapevoli di questa necessità e avviassero insieme un confronto per elaborare un piano strategico della città metropolitana di Roma capitale e aggiornare su questa base gli statuti di Roma capitale, della Città metropolitana e i regolamenti locali.

Ma per il legame stretto che c’è tra la capitale e la nazione, questa prospettiva può trovare compiutezza in una legge speciale che attui in modo organico l’articolo 114, comma 3, della Costituzione, a partire dagli impegni che il Governo in carica ha assunto su Roma in Parlamento.

 

Roma capitale: una questione politica

Con la riforma dal 2001, a differenza che nella Costituzione del 1948, Roma è stata riconosciuta espressamente come capitale della Repubblica: “Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento.

Esiste dunque una norma costituzionale che affida ad una legge speciale (di carattere ordinario) il compito di affrontare e risolvere le questioni aperte sull’ordinamento della capitale, dal punto di vista istituzionale e finanziario.

La vera questione che occorre affrontare, pertanto, è l’incapacità da parte del Parlamento e delle forze politiche di dare coerente attuazione alla Costituzione.

In questi anni le forze politiche presenti in Parlamento sono state influenzate da un giudizio negativo su Roma che ha impedito di aprire una discussione generale sulla capitale ed ha portato il Parlamento ad approvare solo norme emergenziali (sulla gestione del debito) o piccole disposizioni su Roma inserite in leggi che avevano altre finalità (come la legge sul federalismo fiscale e la legge “Delrio”).

D’altro canto, i parlamentari di Roma e del Lazio non hanno avuto, in questi anni, la forza e la capacità di proporre unitariamente in Parlamento una legge ordinaria che portasse all’attuazione dell’articolo 114 della Costituzione con una legge speciale su Roma capitale.

Questo sarebbe, invece, il principale strumento per innovare con coraggio la normativa vigente. Occorre trovare le soluzioni più coerenti alle questioni aperte (su dimensioni territoriali, rapporto tra il governo unitario e i Comuni metropolitani, funzioni, organi di governo, sistema di elezione, ordinamento finanziario, ecc.) per proporre una grande semplificazione istituzionale del sistema di governo della metropoli di Roma capitale che le consenta di rispondere alle esigenze della sua comunità territoriale e, allo stesso tempo, di diventare volano per lo sviluppo unitario del Paese.

Roma in quanto capitale è infatti una questione profondamente politica, una “questione nazionale”, che riguarda l’Italia tutta, soprattutto nel momento in cui si avvia la discussione nel Paese sull’attuazione delle norme costituzionali sul regionalismo differenziato. L’incapacità di offrire una risposta adeguata al governo di Roma è la metafora più evidente dell’incapacità di costruire una proposta credibile per l’Italia.

Come ha affermato Moravia: “Una capitale dovrebbe essere un modello per l’intera nazione. Un centro di trasformazione in cui le energie grezze ma vitali della provincia vengono trasformate da una potente macchina sociale in modi di comportamento esemplari. In una capitale tutto ciò che è particolare diventa universale.

Il nostro auspicio pertanto è che si avvii al più presto la discussione su una legge speciale per dare a Roma le funzioni, le risorse, i poteri e gli strumenti che merita come metropoli mondiale e come capitale della Repubblica.

Nel dibattito che si è aperto su Roma spesso emerge l’esigenza di trasformare Roma capitale o la Città metropolitana di Roma capitale in una nuova Regione, per rafforzare il governo della metropoli capitale d’Italia con i poteri legislativi che oggi competono alle regioni e non agli enti locali. Altre proposte mirano a riproporre l’idea di una gestione statale della capitale attraverso l’istituzione di un “Distretto federale” o del “Governorato di Roma”.

Queste ipotesi presuppongono tutte una revisione delle disposizioni costituzionali che disciplinano la Capitale e l’ordinamento delle Regioni. Sono proposte che non risolvono nell’immediato i problemi di governo di Roma capitale, ma presuppongono un lungo percorso di revisione costituzionale, i cui esiti sono del tutto incerti, vista la complessità delle procedure di modifica della Costituzione tipica del nostro sistema parlamentare a bicameralismo perfetto e gli scenari di evoluzione del quadro politico nazionale.

Sicuramente è opportuno avviare una riflessione sulle proposte di una revisione dello statuto costituzionale di Roma contestualmente ad una revisione di tutto il sistema regionale, anche a partire dalle proposte di riforma costituzionale avanzate in Parlamento.

Ma a 149 anni dalla presa di Roma del 20 settembre 1870, in vista dei 150 anni di Roma capitale, riteniamo che sia arrivato il momento di affrontare seriamente la “questione romana”.

Per questo auspichiamo che le rappresentanze istituzionali, i partiti, le associazioni e le forze sociali concorrano a costruire una proposta di legge speciale su Roma Capitale, che possa essere condivisa da tutte le istituzioni coinvolte: Comune, Città metropolitana, Regione, Governo e Parlamento.

L’associazione, nel suo piccolo, con l’aiuto di Legautonomie – ALI Lazio e coinvolgendo i diversi soggetti interessati, a partire dall’incontro di oggi, cercherà di dare un contributo di idee e proposte sul futuro di Roma.

Come afferma De Masi nel suo ultimo libro “Roma 2030”, dobbiamo essere capaci di individuare e risolvere sia i “problemi della necessità”, ovvero la risposta ai problemi quotidiani della città attraverso un buon governo, sia il “problemi della grandezza”, ovvero l’individuazione di un nuovo destino di Roma in Italia e nel Mediterraneo, in Europa e nel mondo.

 

Introduzione di Gaetano Palombelli, 20 settembre 2019

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