Il blocco delle tre stazioni centrali della Metro A di Roma è solo l’ultimo segnale di una città allo sbando, incapace di gestire bene i suoi servizi essenziali, come la raccoltà dei rifiuti, i trasporti, il verde, la viabilità.
Roma è una città bloccata in cui i cantieri sono fermi e cresce la disoccupazione, con un governo del Comune e dei Municipi sempre più in difficoltà per l’inerzia e i conflitti interni al M5S, il riproporsi di un sistema di corruzione diffuso, la mancanza del necessario riordino delle strutture amministrative e delle società partecipate.
La consapevolezza di questa situazione di emergenza è ormai diffusa.
Il 27 ottobre 2018, un gruppo di cittadine e cittadini di Roma, “Tutti per Roma, Roma per tutti“, uniti dal desiderio di ridare dignità alla città, ha dato vita alla manifestazione “Roma dice basta”, con un appello che iniziava con queste parole: “siamo esasperati. A Roma non c’è niente che funzioni. La capitale è ferita dall’incuria, dalla mancanza di visione e di strategia di chi dovrebbe governarla.”
Il Papa nella recente visita in Campidoglio ha evidenziato che Roma, per la sua storia e la sua funzione, è un “organismo delicato” e merita che “i privati cittadini come le forze sociali e le pubbliche istituzioni, la Chiesa Cattolica e le altre Comunità religiose, tutti si pongano al servizio del bene della città e delle persone che la abitano, specialmente di quelle che per qualsiasi ragione si trovano ai margini, quasi scartate e dimenticate o che sperimentano la sofferenza della malattia, dell’abbandono o della solitudine.”
Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, nell’intervista di oggi al Messaggero, sottolinea la pervasività della corruzione nella capitale. “La cifra di Roma è la complessità… La presenza di associazioni di tipo mafioso non è tale da condizionare la città come è avvenuto in determinati periodi storici in altre città del sud. Roma ha storicamente un problema di corruzione. Per combattere la quale – come ho già detto – è necessario uno sforzo di tutti, istituzioni e cittadini“.
Anche le principali associazioni rappresentative delle imprese romane, lunedì prossimo, si incontreranno per chiedere un “cambio di passo” a chi governa Roma “per arrestare il crescente declino dell’area metropolitana e delle sue strutture“.
A fronte delle evidenti difficoltà dell’esperienza di governo del M5S a Roma, è auspicabile che i gruppi dell’opposizione di centrosinistra nell’Assemblea capitolina, nei Municipi e nella Città metropolitana, insieme ai Presidenti dei Municipi I, II, III e VIII, convochino un incontro unitario, per fare il punto su ciò che succede nelle istituzioni, ascoltare le esigenze e le proposte che provengono dai diversi corpi sociali, avviare la costruzione di una coalizione civica larga che si candidi a governare Roma con una visione strategica per il rilancio della Capitale.
Allo stesso tempo, nel momento in cui si sta aprendo la discussione nel Paese sull’attuazione delle disposizioni costituzionali sul regionalismo differenziato, è necessario che i deputati e i senatori di Roma portino all’attenzione del Parlamento la “questione capitale“, ovvero il tema dell’approvazione di una legge speciale sull’ordinamento di Roma capitale, che dia finalmente attuazione all’articolo 114, comma 3, della Costituzione.
Come ha detto il Papa, la “peculiare identità storica, culturale e istituzionale di Roma postula che l’Amministrazione capitolina sia posta in grado di governare questa complessa realtà con strumenti normativi appropriati e una congrua dotazione di risorse.”
Per la sua storia e la sua funzione di capitale nazionale ed internazionale, Roma merita un sistema di governo moderno e integrato degno di una metropoli europea, che le consenta di rispondere alle esigenze del territorio e, allo stesso tempo, di essere un volano per lo sviluppo unitario del Paese.
Gaetano Palombelli